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Provincia, Costituzione, autonomia: prospettive bellunesiProvincia, Costituzione, autonomia: prospettive bellunesi



Si è parlato di nuovo della rivendicazione autonomistica in provincia di Belluno, martedì scorso, 10 gennaio, a Voci dalle Dolomiti, sulle frequenze Fm di radio Cooperativa. Ecco il podcast della trasmissione, con l’intervista ad Andrea Bona, vicepresidente del movimento Belluno autonoma Regione Dolomiti (Bard) e con il costituzionalista Daniele Trabucco.

Bona esamina sia la prospettiva del referendum veneto sull’autonomia regionale («da sostenere ma non è quella la soluzione per il Bellunese») sia la necessità di ritrovare un canale di collaboraziones erie con Trento e Bolzano, dopo il brusco raffreddamento dovuto alla decisione della classe politica di maggioranza nelle due Province autonome di sostenere senza riserve la riforma costituzionale del governo Renzi, malgrado l’impronta centralista ai danni di Regioni e Province, solo perché non toccava gli Statuti speciali.

La prospettiva ideale, secondo il Bard, per dare un assetto istituzionale capace di affrontare la crisi dela provincia alpina bellunese è una forma forte di autonomia, possibilmente nel contesto di una nuova Regione dolomitica con Trento e Bolzano.

Autonomia e Provincia a Belluno dopo il referendum costituzionale: parla il giurista Daniele TrabuccoAutonomia e Provincia a Belluno dopo il referendum costituzionale: parla il giurista Daniele Trabucco



Ecco il podcast di Voci dalle Dolomiti andato in onda il 13 dicembre a Radio Cooperativa: il costituzionalista Daniele Trabucco analizza in un’intervista lo scenario dopo il successo del no nel referendum costituzionale.

Si farà riferimento in particolare alla conferma delle Province e alla possibile evoluzione istituzionale per Belluno, che continua a lottare per ottenere uno status differenziato di autogoverno

Riforma costituzionale, un altro duro colpo alla montagna bellunese. Ora basta mistificazioni. Il Bard: un no orgoglioso in difesa del territorioRiforma costituzionale, un altro duro colpo alla montagna bellunese. Ora basta mistificazioni. Il Bard: un no orgoglioso in difesa del territorio



Da un lato esponenti di primo piano del Pd che si superano e sfiorano il ridicolo affermando che la riforma costituzionale Renzi-Boschi tutela la montagna bellunese; dall’altro la maggioranza di governo delle autonomie in Trentino e in Alto Adige (Pd e Svp in testa) che si sbraccia a propagandare il sì alle modifiche costituzionali che penalizzano tutte le altre Regioni e Province (ordinarie), mentre blindano e rafforzano i soli statuti speciali, quelli che erano già privilegiati.

Lo scenario in cui tutto ciò è maturato deriva dalla fragilità dei numeri del governo Renzi al Senato: senza il supporto dei parlamentari trentini e sudtirolesi la maggioranza traballerebbe spesso e volentieri, ecco dunque che in cambio dell’assoluta fedeltà nel voto di leggi che affossano le autonomie altrui, deputati e senatori del centrosinistra trentino e bolzanino hanno ottenuto una totale immunità per i loro territori nella riforma del titolo  V della Costituzione, quella che toglie poteri alle comunità locali (fra gli altri su capitoli quali energia e grandi opere) e li trasferisce a Roma, allo Stato (a meno che i cittadini in questione non abbiano appunto la fortuna di risiedere nelle aree autonome).

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Il Bard: la montagna dice no al referendum costituzionale che penalizza territori già deboliIl Bard: la montagna dice no al referendum costituzionale che penalizza territori già deboli



[Riceviamo dal movimento Belluno autonoma Regione Dolomiti e volentieri pubblichiamo]
“Le montagne per il sì? Forse quelle ancora più tutelate dalla riforma… La montagna vera, quella che ogni giorno si vede togliere servizi e vede partire i suoi figli perché non può garantire loro un futuro è una, unita e compatta, e farà sentire il suo “no” il 4 dicembre”.

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